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Il Siglo de Oro è il termine che designa un’epoca di grandezza economica e di prestigio politico della monarchia cattolica spagnola, che in realtà si estende per più di un secolo: situato generalmente tra la scoperta delle Americhe nel 1492 e la morte del grande scrittore spagnolo Calderón de la Barca, nel 1681.
Figure come Cervantes, Quevedo, Lope de vega, Calderon o la poetessa messicana Sor Juana Inés de la Cruz, sono alcuni dei grandi nomi della letteratura universale allo stesso modo che El Greco o Velazquez nella pittura. In musica, la tradizione popolare, la polifonia franco-fiamminga dei musicisti di Carlo V e l’influenza italiana, faranno sorgere uno stile proprio; i vari libri di vihuela, equivalente al liuto italiano, di Milán, Narváez o Valderrábano nel XVI secolo ne sono testimoni. Molte sono le raccolte di musica spagnola e i trattati pubblicati in Italia, come il Cancionero de Upsala a Venezia e il Cancionero de Turín (Canzoniere di Torino). Nei domini ispano-americani, la musica fiorisce alla fine del XVI secolo e incomincia a creare il suo proprio linguaggio, con i primi brani musicali scritti in lingua indigena e lo sviluppo del villancico che, per le sue caratteristiche popolari, diventa vettore dell’intreccio culturale.
L’adozione del culto alla Vergine Maria, da parte dei popoli indigeni, può essere considerata, più che un atto d’imposizione e sottomissione, come la possibilità di continuare a mantenere il culto alla Pachamama (la Madre Terra), di fronte all’avanzata ineluttabile dei «conquistadores» spagnoli.
Un esempio per tutti, Hanacpachap, il più antico brano polifonico pubblicato nel Nuovo Mondo, a Cuzco in Perù nel 1631. Questo inno mariano costituisce il più perfetto esempio dell’incontro e della fusione di due culture, da cui trae origine il mestizaje (incrocio) musicale americano. In esso, alberi, frutti, astri e stelle sono leggibili secondo due tracciati paralleli: da un lato simboli della Vergine “Stella Maris” e del frutto salvifico che porta, dall’altro elementi coerenti con l’antico culto della Pachamama, la Madre Terra.
Il programma è articolato in due sezioni; la prima dedicata allo stretto rapporto tra poesia e musica di questo periodo e la seconda alla Vergine Maria, oggetto di culto che garantì l’incontro tra Vecchio e Nuovo Mondo.