Quando tutti i teatri, le chiese, i musei e perfino le porte di ogni casa si chiusero, ci fu qualcuno che lasciò aperta una finestra e da lì poté gridare ciò che sentiva: oggi, nell’era delle reti sociali, delle città che, secondo Eduardo Galeano, avrebbero dovuto trasformarsi in “immensi deserti pieni di gente”, si accende quella fiamma che tutti abbiamo portato dentro, e che ci spinge con forza incontenibile a cercare l'altro, a unire ciascun grido dietro la finestra in un solo canto di speranza.

In questo contesto, ferito da parole come “solitudine”, “assenza”, “isolamento” e “distanziamento sociale”, nasce questo progetto con tutta la forza che l'arte ci offre per dare un nuovo significato alla realtà e trasformare il dolore, per quanto arduo sia, in frutti maturi di una nuova primavera.

“Musica senza confini” è il nome che abbiamo scelto di dare a tutte le espressioni artistiche che fioriscono in questo periodo, motivate dalla lotta contro un nemico invisibile, una guerra che abbiamo la possibilità di vincere tutti insieme. E il nostro desiderio coincide nuovamente con quello dello scrittore uruguaiano: “Speriamo di avere il coraggio di restare soli e la forza d'animo di stare vicini”.


Por que cantamos

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